La città ideale è un concetto urbanistico basato su un piano geometrico che soddisfa i criteri di razionalità e funzionalità, mentre riflette principi filosofici e utopici.
Il tema delle città ideali fu fortemente sviluppato durante il Rinascimento, quando si cercò di organizzare lo spazio nel miglior modo possibile dal punto di vista della comodità umana e dello sviluppo economico.
Il piano urbano era basato su forme geometriche regolari o aree rettilinee create da strade, canali, ponti e piazze. Gli insediamenti militari o le fortezze erano spesso costruiti in questo modo.
Ci sono diverse città in Italia che riflettono al meglio il concetto di urbanistica ideale, tra queste Urbino, Pienza, Ferrara, Palmanova, Terra del Sole, Castiglione Olona e altre.
Urbino / Marche
Urbino è considerata una delle più famose città costruite secondo i principi dell’urbanistica ideale. Lo scrittore umanista Baldassare Castiglione la definì una “città a forma di palazzo”.
Dobbiamo questo risultato al sovrano di Urbino, il duca Federico da Montefeltro, che volle ampliare il castello di famiglia collegandolo ad un altro edificio. Il lavoro fu affidato all’architetto Luciano de Laurana e poi continuato da Francesco di Giorgio Martini.
La Galleria Nazionale di Urbino ha un quadro della “Città Ideale” dipinto tra il 1470 e il 1490 da un artista sconosciuto. Divenne un simbolo del Rinascimento. L’opera fu probabilmente commissionata da Federico da Montefeltro. È caratterizzato da una prospettiva perfetta che solo un vero maestro, esperto di architettura, potrebbe raggiungere. È stato suggerito che esiste una serie di dipinti che rappresentano la città ideale: dipinti simili sono conservati nella Pinacoteca di Berlino e nel Walters Art Museum.
Pienza / Toscana
Pienza è nata dopo la ricostruzione del Borgo Corsignano da Papa Pio II Piccolomini nel XV secolo. Il lavoro fu affidato all’architetto Bernardo Rossellino e il suo successore fu Leon Battista Alberti. Si basava su principi matematici e sul razionalismo.
La piazza principale di Pienza ha la forma di un trapezio ed è dominata dalla cattedrale, dalla residenza papale, dal palazzo vescovile e dal Palazzo Pretoria. Magnifici edifici furono costruiti lungo la strada principale che adornava la città, così come dodici case per la gente comune, tutte finanziate dal papa. Il numero dodici non era una coincidenza – è stato scelto per il numero di apostoli.
Ferrara / Emilia-Romagna
Nel XV secolo Ferrara era un importante centro dell’umanesimo, Este invitava famosi poeti, scrittori e artisti.
Fu la prima città ad essere costruita su un piano regolare dall’architetto Biagio Rossetti alla fine del XV secolo.
Rossetti raddoppiò quasi le dimensioni di Ferrara, la circondò con una nuova cerchia di mura fortificate e costruì abitazioni, che scarseggiavano a causa della crescita della popolazione. Ha tracciato una rete stradale, prendendo come modello le città dell’antica Roma, in cui le due strade principali correvano perpendicolari e si intersecavano, le altre strade formavano una “griglia”.
Palmanova / Friuli-Venezia Giulia
Palmanova è chiamata il culmine dello sviluppo dell’architettura militare. Fu fondata nel 1593 come città fortezza per difendere i confini della Repubblica di Venezia dagli invasori ottomani. Un dettaglio unico è che in
Il piano di Palmanova ha una stella a nove punte. Il numero principale su cui si basa la costruzione della città è il 3:
3 porte d’ingresso che puntano verso Cividale, Aquileia e Udine;
9 bastioni; 18 strade radiali, di cui 6 assiali;
piazza principale esagonale.
Palmanova è unica nel suo genere. L’opera doveva originariamente essere affidata a Leonardo da Vinci, ma questi era impegnato in un altro progetto, quindi rifiutò, ma i documenti storici confermano la lunga visita del genio a Palmanova; potrebbe aver dato qualche consiglio, ma non si sa con certezza.
Sabbioneta / Lombardia
Sabbioneta fu fondata da Vespasiano Gongaza nel 1554-1591 lungo un’importante strada che collegava i porti del medio Po.
La sua costruzione era basata su principi umanisti. I lavori furono diretti da Giovanni Pietro Bottaccio.
Il piano ha un poligono ortogonale che divide lo spazio in 36 quadrangoli regolari.